548DAB Magie di Omnia: La Roba

venerdì 25 maggio 2007

La Roba

Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un pezzo di mare morto, e le stoppie riarse della Piana di Catania, e gli aranci sempre verdi di Francofonte, e i sugheri grigi di Resecone, e i pascoli deserti di Passaneto e di Passanitello, se domandava, per ingannare la noia della lunga strada polverosa, sotto il cielo fosco dal caldo, nell'ora in cui i campanelli della lettiga suonano tristamente nell'immensa campagna, e i muli lasciano ciondolare il capo e la coda, e il lettighiere canta la sua canzone malinconica per non lasciarsi vincere dal sonno della malaria: - Qui di chi è? - sentiva rispondersi: - Di Mazzarò -.

La Roba, Giovanni Verga



E' un po' più dell'incipit della novella, però l'immagine è talmente coivolgente e affascinante che non ho potuto fare a meno di postarne l'intero primo paragrafo. E' una tipologia di incipt molto diffusa, quella della descrizione dell'ambiente. L'autore decide di coinvolgere l'attenzione del lettore mostrandogli l'ambiente. Notevole. La descrizione della campagna siciliana e dell'afa estiva. Gli animali (il mulo), le piante (aranci, sugheri) le strade e i luoghi vengono inglobati in una descrizione molto evocativa. Il paragrafo si conclude con il vero incipit della storia, cioè la battuta sulla proprietà degli appezzamenti. Se infatti la novella fosse iniziata con la battuta, avrebbe avuto un incipit molto moderno e che cattura dal primo istante.
Concludo riportando una frase che amo molto di questa novella:
Della roba ne possedeva fin dove arrivava la vista, ed egli aveva la vista lunga - dappertutto, a destra e a sinistra, davanti e di dietro, nel monte e nella pianura.


Visto che, come avrete capito, questa è la mia novella preferita, ve la regalo, in formato audiolibro, mp3, da ascoltare qui:
La Roba, Giovanni Verga


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