548DAB Magie di Omnia: Interviste: Lycaon

giovedì 6 maggio 2010

Interviste: Lycaon

Apro questa serie di post che avevo in serbo da tempo, così per divertimento. Non c'è modo migliore per conoscere un vostro personaggio che intervistarlo. Sì, proprio così, armatevi di registratore e andate a fargli qualche domanda, come autori. Il risultato, spassoso. Da scrivere e da rileggere.
Cominciamo con Lycaon.


Lo incontro nella Catapecchia, seduto distrattamente sulla sua poltrona malridotta. A vederlo così sembrerebbe uno legato agli oggetti, e forse lo è. Di sicuro è uno che guarda al di là delle cose, scava fino ai contenuti e coglie il valore reale delle cose. Sarebbe anche una caratteristica lodevole, se poi non la usasse a suo favore e contro il bene comune, per così dire.
Non mi viene incontro, non si alza, non mi guarda.
I suoi pensieri sono al di fuori della stanza, in alto, lontano, verso l’orizzonte.
Mi siedo di fronte a lui, mi faccio piccolo piccolo. So di essere responsabile della sua più grande fortuna che si è rivelata la sua più grande disgrazia. Vorrei capire come approcciare con lui, con quale frase brillante uscirmene per attirare la sua attenzione.
Non mi viene in mente niente, la testa vuota è riempita solo dalla sua presenza.
Il fascino dei Lupi di Omnia mi avevano avvertito.
Tossicchio.
Lui orienta un orecchio nella mia direzione come un gatto che dorme ma è sul chi va là.
Lo fa apposta, sa che ci sono ma non vuole darmi importanza.
Sono qui per lui, farò quello che devo fare.
Accendo il registratore e lo posiziono sul tavolino zoppo che mi separa da lui.

Come vuole che la chiami? Lycaon? Oscuromante? Lupo? Sin?
Chiamami come vuoi, sono sempre io.

Ok Lycaon. A cosa sta pensando in questo momento?
A niente. Prossima domanda?

Come vede il suo ruolo all’interno della storia del romanzo?
Mi rivedo, sono io. Alla luce del romanzo scritto, avrei fatto altre scelte. Ma sarebbe una occasione sotto-zero. La storia doveva andare in qualche modo. Mi sarebbe piaciuto che finisse come volevo io, ma col Destino è così, a volte vinci a volte perdi.

Ce l’ha col destino, quindi?
Non ce l’ho con nessuno. Il rancore è potere sprecato. Ti deconcentra da quello che devi fare. Io guardo al futuro. Il mio.

Parliamo delle bambine, che mi dice di Bianca e Viola?
Bianca non la conosco, o meglio, non mi prendo il diritto di conoscerla. È uno dei tanti buoni che non sarà mai felice perché il mondo non gira come vuole loro. Viola invece l’ho avuta nel mio Branco, sono stato nella sua testa e nel suo cuore, mi ha amato come Lupo. Mi rivedo in molte cose in lei, è ambiziosa e vuole essere speciale. Ma è troppo legata al sistema di valori terrestre dei buoni, è troppo legata all’amore, e quindi è debole.

Lei non crede nel potere dell’amore?
Ci credo. Ma ci sono altri poteri altrettanto potenti, se non di più: la vendetta, la brama di riscatto, l’odio. Quello è forte come l’amore, anzi di più, perché si alimenta di esso.

Quindi se lei odia, avrà anche amato.
Forse. Ma è un potere che non mi è mai servito. La mia empatia mi permette di conoscere l’amore, sentirlo anche, di usarlo e manipolarlo come qualsiasi altra emozione. Lo sento in te, ti domina, ti fa sentire speciale. L’ho sentito appena sei entrato, puzzi d’amore come un corpo andato a male. Tutti i buoni puzzano d’amore. Io preferisco dominare che essere dominato.

Io sono lo scrittore, io so che la tua vita non è dominio solo tuo…
(mi guarda gelido) Allora sai che posso controllare anche questo.

Sicuro?
L’intervista è finita, devo tornare alle mie cose, ai miei piani. Ho molto da fare.

Mi alzo, prendo il registratore, lo spengo. L’intervista è finita. Mi sorprendo a provare repulsione per lui. Sarà il fascino del male? Mi dirigo verso la porta. Sento il suo sguardo su di me. Mentre sto uscendo mi chiede, a sorpresa.

Mi ucciderai? Sul serio intendo.
L’intervista è finita e qui sono io che ho il grassetto, le domande le faccio io.

Sento un grugnito in lontananza, mentre scendo le scale e le tavole smosse cigolano sotto i miei piedi. Lo lascio ai suoi non pensieri. Lo ucciderò? Mi viene da pensare che prima o poi tutti ci troviamo faccia a faccia con la morte. Lui ci si è già trovato molte volte fino ad ora, e ha sempre vinto. Non si possono fare statistiche nella scrittura, il Destino non esce dalle pagine.




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