548DAB Magie di Omnia: luglio 2009

mercoledì 29 luglio 2009

Esordiente cercasi

Questo blog è nato come un diario del tortuoso percorso che un esordiente di belle speranze, con un trolley di idee e un bagaglio a mano zeppo di entusiasmo, ha intrapreso con la speranza di arrivare, un giorno, alla pubblicazione cartacea. Questo giorno è arrivato. Dopo voli fallimentari, atterraggi di fortuna, avventure con misteriose forme di vita - Gli Altri editori e scvrittori - alla fine il mio viaggio è giunto a destinazione. E da qui, ovvio, si riparte.
Ma lo spirito del blog è rimasto, e vorrei continuare ad alimentarlo. Come? Con un nuovo esordiente.

Le emozioni che mi hanno travolto in questa via Libris sono preziose, rappresentano momenti che a volte si ripetono, ma che più spesso non tornano. Vorrei rivivere questo via vai di soddisfazioni e delusioni attraverso gli occhi di un nuovo esordiente; per questo lancio questa specie di concorso.

In pratica, chiunque di voi ha un romanzo nel cassetto che crede meriti la pubblicazione e ha intenzione di intraprendere una Via Libris tutta sua, mi contatti e verrà assunto qui come autore/collaboratore del blog e potrà postare contributi relativi al suo romanzo e a quello che sta facendo per portarlo alla pubblicazione.

Non c'è un regolamento vero e proprio. Parliamone, mi mandate il vostro romanzo, io lo leggo volentieri. Quello che mi piacerà di più, che troverò anche più affine a quello che scrivo, sarà "il vincitore". Lo invierò come blogger e all'interno di questo blog potrà parlare del suo romanzo e della sua strada verso la libreria.

E' una possibilità, una occasione per me di conoscere esordienti pieni di buone intenzioni ed esplorare ancora di più a fondo il rutilante mondo dell'editoria italiana, e per l'esordiente di turno di sfruttare una vetrina, alcune strade battute e cogliere le occasioni perse.

Non c'è termine ultimo e non c'è un numero di battute. Unica regola: tanto entusiasmo e tanta voglia di riuscire. E riuscire per bene, sia chiaro.

Buona Fortuna a tutti!




Continua...

lunedì 20 luglio 2009

Scrittura e disegno

Rieccoci ai blog magici. Oggi vi segnalo un blog davvero incantevole, o incantato, scoperto per caso, perchè l'autore ha commentato qui, vincendo, tra l'altro, dieci punti per aver indovinato la citazione dal libro di HP.
Il Blog in questione è Gocce d'Inchiostro.

Questo ragazzo, GiD ama il fantasy e le creature fantastiche, che rappresenta in maniere molto entusiasmante. Frequenta il Liceo Artistico e mi sento molto in sintonia con lui, perchè anche io ho frequentato una scuola d'arte, l'Istituto d'Arte per la precisione, sezione Grafica Pubblicitaria, che è anche il mestiere che pratico da... 10, 11... molti moltissimi anni.

Direi che il ragazzo in questione è anche parecchio bravo e talentuoso, direi che è anche più bravo di me ai tempi della scuola, con un pizzico di invidia ma innegabile umiltà.

Ammetto di non aver ancora letto niente di ciò che ha pubblicato, ma provvederò presto.
Nel frattempo, deliziate vista e fantasia.

Etichette:


Continua...

giovedì 16 luglio 2009

Miracolo? Sì certo.

Un salto su Omnia. Anche gli omniani hanno dei desideri irrealizzabili, come noi, e anche con tutta la magia di questo mondo non sempre riescono a realizzarli da soli. Che si fa? Semplice: si chiede un Miracolo. Attenzione però, su Omnia un Miracolo ha molte più possibilità di essere esaudito, basta trovare la persona giusta e che questa chieda il giusto compenso. Dove? Alla Corte dei Miracoli.

Inizio col dire i ruoli: l'esaudiente è colui che richiede il Miracolo, l'esauditore è colui che lo realizza e l'esaustività è la proprietà di soddisfazione del Miracolo elargito rispetto alla richiesta dell'esaudiente.

Ammetto che è un sistema un po' datato, andava di moda tra gli omniani molti magici fa, ma è tutt'oggi ancora in uso. In pratica la Corte dei Miracoli è un ufficio amministrativo, una specie di collocamento, in cui si possono depositare delle richieste di Miracolo, pagando un fisso minimo per l'apertura della pratica. Gli impiegati della Corte si impegnano a far circolare la richiesta, ha reperire esseri magici in grado di esaudirla. Che il Miracolo sia un rito speciale, un potere specifico o una maledizione (sì, è possibile chiedere una maledizione, ma non si è certo visti di buon occhio!), la creatura magica in grado di esaudirla verrà convocata e chiederà la parcella, il compenso, che può essere di varia natura e altezza.
A quel punto si comunica all'esaudiente che il suo Miracolo può essere esaudito e se questo è disposto a pagare la parcella allora il Miracolo viene concesso, compiuto.

Fin qui il sistema sembrerebbe perfetto, ma ci sono diverse controindicazioni ed effetti collaterali che hanno trasformato la Corte dei Miracoli da "Mecca dei Desideri" a "Cacciaguai".
Uno dei deterrenti maggiori sono le tempistiche. Infatti nonostante gli impiegati pubblicizzino realizzazioni a breve termine - alcuni anche istantanee - la realtà è che per Miracoli degni di questo nome, operazioni magiche e non che non sono realizzabili da un comune omniano - è fondamentale trovare la creatura giusta, in grado di compiere la magia richiesta alla perfezione e senza effetti collaterali.
Un'altro deterrente sono i costi. Spesso creature eccezionalmente magiche chiedono parcelle eccezionalmente alte, che, chi chiede un Miracolo, non può permettersi.
Altra controindicazione dei Miracoli sono proprio gli effetti collaterali. Infatti, un Miracolo esaudito può risultare perfetto come la piega appena fatta dal parrucchiere, ma nel lungo, o peggio, nel breve periodo, l'effetto può scemare e risultare niente meno che una fregatura.

Infine, il deterrente più diffuso, che ha stabilito il disuso di questa Corte è l'effetto che certi Miracoli possono avere sul Karma Magico. Infatti, al di sopra degli omniani e subito sotto l'Arcano sta il Karma, che è una fitta rete nuvolosa e luminscente che contiene tutti i destini e le vite degli omniani. Serve a mantenere l'equilibrio sul pianeta, a fare in modo che la manipolazione del destino con la magia non faccia collassare il pianeta.

Piccola nota sul Karma Magico: è molto rischioso manipolarlo e tutti gli Oracoli sanno che nel caso in cui si intervenga in maniera sbagliata, il Karma si rifarà su chi ha modificato e chi a richiesto una modifica inappropriata, per cui e sconsigliato intervenire sul Karma, solo chi è in grado di intervenire senza turbarne l’equilibrio può farlo e quasi nessuno ne è in grado.

Detto ciò - magari più avanti approfondirò il discorso sul Karma, che riguarda Oracoli e Folletti - molti omniani ricorrono ai Miracoli e alcuni di loro vengono anche soddisfatti pienamente.

Etichette:


Continua...

martedì 14 luglio 2009

Intervista a Rebecca

Visto che l'ultimo post era un po' troppo fantasioso, mi spiego meglio con questo. Di seguito trovate l'intervista che a suo tempo ho fatto a uno dei personaggi della vecchia versione del romanzo: Rebecca. Lei era a capo del terzetto delle studiose, molto razionale, posata, matura e ragionevole. Qui accanto è come la immaginavo, qui sotto come l'ho conosciuta meglio. Buon divertimento!



Ciao Rebecca.
Salve. Come va? (Rebecca tende la mano)

Bene Grazie. Tu?
Bene.

Perfetto. Cominciamo l’intervista. Noto che sei molto educata…
L’educazione è simbolo di rispetto.

Sono d’accordo. Parlami di te
Non mi piace parlare di me. Preferisco ascoltare e pensare a cosa dire e come rispondere.

Cosa vorresti fare da grande?
La giornalista. Sicuramente. Mi piace leggere le notizie e commentarle. E poi mi incuriosisce la storia, i fatti che succedono nel mondo. Mi piacerebbe raccontare la verità.

Perché non la fantasia?
Perché la verità è la verità. Nessuno può contestarla o negarla.
Qualcuno ha detto che la verità è tale finchè qualcuno non la smentisce
Finchè non la smentiscono è la verità. Poi ci sono verità e verità. La verità dei fatti non si può smentire. Se io dico che è caduta una valanga, nessuno può dire che non è vero se l’ho visto e documentato.


Penso che saresti un’ottima giornalista
Lo credo anche io.

Parliamo di Maya. Ti fidi di lei? Dopotutto faceva parte della Tribù…
Non credo che si possano giudicare le persone per quello che hanno fatto se dimostrano che sono cambiate. Poi Maya non faceva marachelle, tutt’al più le copriva. Ma lei mi ha detto che non si trovava bene. Era solo per amicizia verso Cassandra e con Sabrina non si prendevano tanto.

E Lola?
La conosco dall’asilo. E’ sempre stata così come la vedi ora. Divertente, giocherellona. Imita tutti. Fa ridere. Tranne quando imita me o mia madre.

Come ti è venuta l’idea della Tribuna?
Le confido un segreto. In matematica sono una schiappa. Mi seccava fare i compiti da sola di matematica perché i problemi non mi tornavano mai. Allora passavo tutti i pomeriggi al telefono con Maya per farmi aiutare. Poi lei mi chiamava per Italiano e Storia. Così ho deciso di fare un gruppo di studio. Per lo meno risparmiavamo di telefono.

E la Tribuna di Attualità?
È venuta dopo. Perché quando finivamo i compiti rimanevamo a parlare fino al Tg e spesso Lola e Maya rimanevano con noi a mangiare e commentavamo le notizie del tg con mamma e papà. Allora ho deciso di fare un appuntamento settimanale. Ma poi la cosa è degenerata… e Lola fa sempre pettegolezzo.

Insomma ti piace l’idea di dirigere un dibattito.
Molto.

Che rispondi quando ti chiamano “Secchiona”?
(Rebecca si fa seria e storce la bocca) Niente. Non dico niente e non me la prendo. Solo non capisco perché una cosa positiva come l’impegno e lo studio debbano diventare dispregiativi.

Ottima risposta.
Posso farLe una domanda io?

Certo.
Gli intervistatori come Lei si preparano le domande o vanno a braccio? Cioè seguono una scaletta o vanno dove li porta il discorso?

Un po’ tutte e due le cose. Uno si prepara delle domande, ma se poi trova degli spunti interessanti cerca di approfondire. Soddisfatta?
Sì. L’intervista è finita?

Vuoi aggiungere qualcosa?
Sì, tolga le parti in cui mi vanto, sennò sembra che sono vanitosa e invece quella è Lola. (Ride).


Beh... quantomeno è divertente. Da provare!

Etichette: ,


Continua...

lunedì 13 luglio 2009

Scrivere è riscrivere

Sicuramente ne avrò già parlato, ma repetita iuvant. Parlo della revisione, sei un vero scrittore quando la vedi come una fase inderogabile e fondamentale della creazione della tua opera. Sì lo so, è snervante, maniacale, anche noiosa. Ma è fondamentale. In questo post vi illustro una delle tante revisioni a cui ho sottoposto il romanzo di Omnia: la revisione dei dialoghi.

A mio avviso, la revisione dei dialoghi è una delle cose più importanti. Perchè noi conosciamo i nostri personaggi in modo più profondo quando li sentiamo parlare e quando ascoltiamo le loro reazioni alle situazioni. Più di quando entriamo nella loro testa, più di quando li descriviamo.

Detto questo, può capitare che, nell'arco della scrittura del romanzo, situazioni diverse abbiano creato reazioni diverse e non sempre coerenti. La psicologia di un personaggio lo rende reale, un modo di parlare coerente lo rende vivo.
Io uso fare questo esercizio. A romanzo ultimato e stampato su carta, prendo tanti evidenziatori colorati quanti sono i personaggi principali.
FFFatto? Ora prendete della coooooolla vinilica... scusate mi sto facendo prendere dall'imitazione (dell'imitazione, che trash).
Comunque, iniziate a sottolineare con un evidenziatore tutti i dialoghi dello stesso personaggio, senza leggere le reazioni, gli altri dialoghi o la storia. Solo quello che dice quel dato personaggio.
Scrivete, man mano che ne trovate, le caratteristiche della psicologia di quella persona, che so, impulsivo, sempre risposta pronta, riflessivo, dice parolacce, interrompe, bastian contrario, pacificatore... etc...
Leggete bene quello che dice e come lo dice, e segnatevi le battute che secondo voi non sono tanto coerenti.
A questo punto mettete da parte il romanzo, aprite una pagina Word (o quello che è) e intervistatelo! Sì avete capito bene, immaginatevi reporter per un giorno, lo incontrate e gli fate delle domande, sulla storia del romanzo, sulla sua vita, sul suo spazzolino, quello che vi pare.
Finito? Adesso lo conoscete meglio.
A questo punto riprendete le correzioni da fare e applicatele, col senno di poi, con la cognizione di causa di sapere cosa direbbe, perchè lo avete addirittura incontrato.

Folle? Forse. Utile? Un casino.

P.S. Per i miei personaggi ho delle interviste davvero spassose e fuori dalle righe, che non mancherò di pubblicare qui, una volta che il libro sarà uscito.

Etichette: ,


Continua...

venerdì 10 luglio 2009

Perchè scrivere

Come spiegarlo... non trovo le parole, sapete che faccio? Lo faccio dire a qualcun'altro. A Jo:

LAURIE
"Jo, io davvero non vi capisco. Confinarsi in una soffitta, rinunciare a divertirsi, affannarsi, e per cosa? Soltanto per un misero dollaro"

JO
"Non per un dollaro. Ossia, non è solo per questo. E' che... verrà stampato! E l'ho scritto io! E la gente lo leggerà. Anche gente che non conosco."



E' così. Da qualche parte ho letto che si scrive per diventare famosi. Vale per chi sogna di vivere in un castello come la Rowling, la maggior parte degli scrittori vivono in affitto in un appartamento e pagano le bollette, più salate magari, perchè stanno al PC fino a tardi.
Molti potranno contraddirmi, ma c'è una corrente di pensiero molto solida alla quale mi aggrego. Io non scrivo per me, scrivo per gli altri, perchè qualcuno legga e ami le mie storie almeno un decimo di quanto le amo io. Scrivere soddisfa il mio desiderio di essere creativo, di esprimermi, di piegarmi a un sistema di regole di un mestiere per creare qualcosa di mio, ma che arrivi a più gente possibile, veicolare un mio messaggio.

Nella Galassia Guttemberg McLuhan diceva che Il mezzo è il messaggio. Io credo che non è importante tanto il messaggio contenuto in quello che scrivi, di quelli uno può trovarne uno, nessuno o centomila. Il messaggio è il mezzo che usi, scrivere (bene, con cognizione di causa ed effetto) implica un'azione altruista che pochi sanno cogliere.
Scrivere è il mio modo di dire che ci tengo, ai messaggi, alla gente, a un mondo migliore.
Ecco perchè anche scrivere è un gesto d'amore e chi non ama, non è mio amico.


Etichette:


Continua...

mercoledì 8 luglio 2009

Keep me up!

Aggiornamenti. Ma in inglese suona molto meglio. In questo post parlo della copertina, altra pietra miliare della pubblicazione. Sarà bellissima? Accattivante? Chissà. Per ora c'è solo l'idea e l'artista. E chi vivrà vedrà. La ragazza che si occuperà di mostrarvi uno spicchio di Omnia si chiama Nell Fallcard.


La ragazza è davvero brava, per cui mi sento onorato della sua collaborazione. L'idea della copertina è vaga, gli artisti non si influenzano, si lasciano creare.
Io mi sono solo occupato di fornire tutto il necessario per la creazione.
In pratica ho tradotto la sinossi, e scritto le schede dei personaggi con annessi estratti dal romanzo e descrizione fisica/psicologica. In inglese ovvio, perchè Nell è messicana ma vive a Los Angeles.
Per fortuna la mia conoscenza dell'inglese/americano è buona, il resto l'ha fatto wordreference e la mia amica Marina da Los Angeles. A Proposito, grazie Pomon!

Cos'altro dire della copertina? Ah... oltre al titolo (che non si sa ancora in via definitiva) ci dovrebbe essere una frase/commento celebre. La Rowling non risponde, sarà impegnata, ma ci sono persone straordinarie di cui anelo il bacio sulla fronte per il mio primo giorno in libreria. Incrociate l'incrociabile.



Etichette:


Continua...

martedì 7 luglio 2009

Fotogenia

Ecco un altro chioschetto di informazioni sulla strada verso la pubblicazione. Qui incontrerete il demone che mi perseguita da mesi, la situazione che popola i miei incubi e la sfida in cui il mio impegno e la mia passione non servono a niente, tutto è già stato stabilito, la partita che ho perso con la lotteria genetica ha deciso per me. Parlo della foto che va nella copertina.


Ho scelto il fotografo e lo studio, stabilito il compenso (esorbitante) ma i miracoli costano. Sarà tutto deciso quel fatidico giorno. Di sicuro non potrà essere una foto che incrementa le vendite (e se mettessi una foto di Robert Pattinson? Si parla tanto di Ghost Writer... perchè non di Ghost Impersonating?), però almeno non vorrei che il mio faccione remasse contro il libro! Non ho tempo per una plastica facciale, per cui i lettori dovranno accontentarsi.
E poi qualcuno mi spiegherà il problema del look, della musica durante lo shooting, l'importanza che il fotografo conosca la trama del libro, dei diritti editoriali da comprare in caso di utilizzo su testata giornalistica.... mah... qua ogni giorno si scoprono cose nuove!

Etichette:


Continua...

lunedì 6 luglio 2009

Parliamo di scrittura

E' un po' che non ne parlo. Colgo l'occasione dell'invio da parte di una giovane scrittrice dei primi capitoli del suo romanzo, per discutere di una cosa contro la quale ho sbattuto la testa più e più volte. La mia super editor Aurora li detesta, troppo ingenui li amano. Cosa sono? I clichè.


La luce fioca, il passo felpato, la scala scricchiolante, la luna argentea... questi sono i clichè. E ce ne sono altri e di tanti tipi.
Trovo che i clichè sono "come i pali per gli ubriachi". Ovvero ti danno sicurezza quando sei ciondolante e confuso sulla pagina bianca o su una scena complessa. Ma, a ben vedere non è l'uso dei clichè che è sbagliato di suo, è una scorciatoia perchè ci permette di esprimere un concetto figurativo con un'immagine astratta che però è universalmente riconoscibile, perchè già sentita, inequivocabile, chiara, immediata.

Usare i clichè è sbagliato perchè avalla la nostra ubriacatura invece di curarla. Mi spiego: se siamo ubriachi, cioè confusi di fronte a una scena da scrivere, siamo già in una condizione sbagliata. Poco senso ha in questo caso attaccarsi a dei clichè per risolvere l'intorpidimento. Tanto vale lasciar stare, prendere un buon caffè e riprovarci.

Questo perchè non si dovrebbe mai essere confusi di fronte a una scena da scrivere. Se siamo nel caos noi, come pretendiamo che il lettore ci capisca qualcosa? La stesura di una scena (che deve apparire davanti agli occhi del lettore, non intuirsi) che sia essa anche la scena di un sogno in mezzo a una nebbia o alle nuvole (altro clichè) deve essere nitida nella nostra testa. Solo in questo modo possiamo concentrarci per trovare espedienti letterari innovativi, abbaglianti anche, ma sempre d'effetto, invece che forme di illuminazione trite e ritrite che emanano una luce appunto "fioca" e "felpata" e "scricchiolante" sulla nostra scena.

Osare. A volte bisogna osare metafore anche strampalate per rendere l'idea, lì sta la genialità di una scrittura sempre più alla ricerca di novità e originalità.
Ah.. e non dimentichiamo il mio marchio di fabbrica: scrivete col cuore e con i sensi, non col dizionario ;-)

Vi lascio con un esempio, preso da un libro famoso, anche se non per COME è stato scritto:

Se volessi descrivere un'alba di un giorno speciale, potrei fare ricorso a un clichè del tipo:

"Il sole pallido sorse tra le nuvole rosee e illuminò la quiete mattutina di quella giornata speciale"

oppure:

"La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela"

Lo so che il concetto non è esattamente preciso nelle due frasi, ma spero lo sia in fatto di clichè. L'alba rosea è già sentita, scontata, la leggi, la assimili, la sorvoli e non ti lascia niente, solo un'immagine da cartolina vista ovunque.
L'immagine di un'alba croccante come una mela invece, resta, si imprime nel cuore, nei sensi, addolcisce la vista e avvolge nel tepore di un alba e nel succoso sapore di una mela. Niente può accaderti in un'alba così, e se proprio qualcosa ti accade, beh allora... sorpesa! Avrai un ottimo colpo di scena.

P.S. Dieci punti a chi mi riconosce la citazione. ;-)


Etichette:


Continua...

sabato 4 luglio 2009

Cuore d'Acciaio

Riapro la rubrica sugli incipit con uno degli inizi più fulminanti che abbia mai letto, quello del romanzo di fantascienza-new weird di Michael Swanwick "Cuore d'Acciaio", ormai introvabile, ma che potete trovare su e-mule.

Anche se allora la bimba rapita ai mortali non lo sapeva, la sua decisione di rubare un drago e scappare nacque la notte in cui i bambini si riunirono per complottare la morte del loro supervisore.



Di sicuro è un incipit folgorante, che entra subito nell'azione, con poche e semplici righe ci racconta una storia intera. E' proprio questo accenno che domina i primi capitoli del romanzo e oltre. Inizio speciale per Swanwick, che non ci introduce tramite l'ambientazione, o evocativi passaggi di descrizione, ma direttamente nelle intenzioni della protagonista, una bambina di nome Jane, molto ben caratterizzata, soprattutto a livello umano.

Parentesi. Viste le recenti polemiche alla mia recensione del romanzo di Gamberetta ci tengo a sottolineare un paio di cose.
Sono stato spinto a leggere questo romanzo perchè si dice (a SUA detta) che sia uno dei capi saldi del New Weird, il genere del Bizzarro, da me tanto biasimato nella recensione suddetta.
Mi sono detto "se è il genere, proverò disgusto anche a leggere questo romanzo" e invece... in parti come questa:


«Vieni,» disse lei mettendo a forza un po’ di sollecitudine nella voce. «Devi tornare a letto.» Lo prese per un braccio, sconvolta sentendo quant’era leggero, quanta poca resistenza le opponeva, e lo guidò al suo lettino. Lo fece sdraiare e rincalzò la coperta. Toccarlo non era così repellente come aveva pensato.
«No. Tu devi...» Per la prima volta aprì l’occhio. Non aveva il bianco. La pupilla si era allargata oltre la palpebra, scoprendo un buco nero e senza luce completamente fuori dall’universo. Jane gli lasciò il braccio, spaventata. «Trampolo... non era... il solo che stava crescendo. Io ho la seconda vista. Non molta, ma un pizzico ce l’ho.»
Rabbrividì ancora. L’awen era su di lui, si muoveva sotto la sua pelle, minacciando di frantumargli le ossa dall’interno. La struttura sottile fremeva per tanta forza, come un motore per la troppa tensione.
Dominando la propria paura, Jane si infilò sotto la coperta, lasciando che li avvolgesse entrambi nelle sue pieghe, come sotto una tenda. Abbracciò Galletto e lo tenne contro di sé. Era freddo come un cadavere.


Mi sono quasi commosso. Anche del fatto che stessi leggendo un New Weird in cui ci fossero dei veri sentimenti! Che dire? In questo romanzo il bizzarro non manca di certo, ma i personaggi sono umani fino all'inverosimile e lo scrittore ama i bambini e non gode delle loro sofferenze, ne sono certo.

Etichette:


Continua...

venerdì 3 luglio 2009

Magic Lorenzo

E' un amico, per cui sono di parte. Però lo segnalo comunque. Il suo blog è aggiornato di frequente (cosa importante) e soprattutto Lorenzo è molto raffinato nella scrittura, ha buone idee, complicate quanto basta, e divertenti. Oh, io ve lo segnalo, poi... fate vobis.


Dimenticavo che anche lui pubblicherà un romanzo a settembre-ottobre, con Barbera Editore, dal titolo "Oneiros". Un fantasy, ovviamente, con una storia molto interessante. Il resto, beh... lo scopriremo solo vivendo.
Ecco il link:

Lorenzo Bosi

(prontamente aggiunto anche alla colonna di destra)



Etichette:


Continua...

giovedì 2 luglio 2009

Il titolo per trovare il titolo

Faccenda scottante. Sono giorni che ormai dibatto con l'editore sul titolo del romanzo. Quella frasetta che sembra insignificante ma in realtà deve riassumere il senso del romanzo, l'idea e il genere. Inutile dire che sono partito da una proposta che poi è stata cestinata. Il percorso del titolo del mio primo romanzo sale e scende come i tornanti della costiera amalfitana. E non si giunge mai a destinazione.


La magia della pubblicazione inizia con la Maledizione Intromissiva. Che cos'è? Semplice, dal momento in cui il tuo romanzo trova qualcuno che gli darà vita cartacea, quel qualcuno farà parte della tua via editoriale, che tu lo voglia o no, che ti piaccia o no.
E' tutto un tira e molla snervante, che inizia con la riscrittura, l'editing, le scene, i risvolti, i colpi di scena. Roba che su alcune diatribe avresti voglia di risolverle con un esperto in risoluzione dei conflitti, di quelli che si stanno occupando della guerra in Palestina, per intenderci.

E' un salto strano. Prima sei un autore che ordina e decide del suo lavoro, si lustra l'ego con lucido, inchiostro e sogni di gloria e poi BUM! Ti ritrovi a rispondere di ogni decisione con qualcuno che pensa di saperne più di te.
E di sicuro è vero! Perchè dopo aver mandato giù il groppone iniziale, ci ragioni e pensi che forse è giusto.

Questo non vuole certo essere un post contro il mio editore! Anzi, Dio (chiunque lui sia, compresa Gamberetta) lo benedica! Per la pazienza, la tenacia, l'entusiasmo e le idee.
E' solo una constatazione, un rendersi conto che c'è una maturazione ulteriore quando pubblichi, ovvero: non se solo tu che decidi, stop. Dicevo, prima sei un autore, poi diventi uno scrittore. Nel vero senso della parola, sei uno che scrive e non necessariamente cose che non hai inventato tu.
Mi è successo svariate volte mentre portavo a termine la stesura del romanzo, ho scritto cose che non avrei mai inserito, ma che alla luce del risultato, sono validissime e forse, indispensabili.
Crescere, alla fine, paga.

Chiudendo la storyline del titolo, ecco come è andata. Avevo inventato un titolo, ma era troppo thriller, per cui l'editore l'ha cambiato, con uno che a me piaceva molto, davvero perfetto.
Mettendo il titolo nel motore di ricerca per eccellenza (quello sì che è un Dio, una fede vera e propria a cui aderisco, io CREDO in SAN GOOGLE) vengono fuori circa 6 milioni di risultati, e nelle prime pagine campeggia, guarda caso, un romanzo con lo stesso titolo. Un romanzo di una giovanissima (sigh) esordiente, che pubblica con Battello a Vapore (Piemme). Che fare? Mordersi le mani e tirare le orecchie a punta dei protagonisti del romanzo suddetto per la rabbia.
E così parte la grande ricerca del titolo... centinaia, che dico migliaia di proposte una più improbabile dell'altra, telefonate estenuanti, un brainstorming che non finisce più.
Incombe la scadenza ultima che si fa? Si pensa ancora.
Per adesso c'è un titolo provvisorio che non esalta nessuno dei due.
Ah, dimenticavo, il romanzo si chiamerà comunque "Le Magie di Omnia" è il sottotitolo che fa penare.



Etichette:


Continua...