548DAB Magie di Omnia: maggio 2009

sabato 30 maggio 2009

Tasche Piene

In questo post scriverò una cosa della quale sicuramente mi pentirò.
Non ne posso più di Omnnia!
Ebbene sì, sono esausto. Vivere mentalmente su questo pianeta attraverso gli occhi e la mente dei suoi personaggi è davvero snervante.
Chi di voi ha provato questa situazione può capirmi. Se potessi evaderei.

Non so se a J.K.Rowling è capitato. Tolkien amava così tanto la sua Terra di Mezzo che di sicuro ci si sarebbe trasferito, ovvio che non ne fosse stanco.
Il fatto è che già vivere e scrivere storie ambientate sulla Terra è un delirio, con mille cose che devi valutare per evitare incongruenze, contingenze storiche di cui tenere conto, spazialità, orientamento, realismo, coerenza narrativa e psicologica.
Tutti questi elementi rendono la scrittura un lavoro estenuante, perchè non puoi prendere e scrivere senza proiettarti nella scena che stai raccontando.

Ecco, immaginate tutte queste paranoie applicate a un mondo che non esiste. E, attenzione, Omnia non è un mondo come la Terra di Mezzo, con atmosfere retrò e medievaleggianti (che pure portano la loro bella dose di tomi da studiare per prepararsi), no, Omnia è un mondo come il nostro, che ha gli elettrodomestici, il thè, i vestiti, le piante, la pioggia, il vento, la legge, i parenti, gli uffici amministrativi. Più ha la magia, che contamina tutte queste belle cose.
A questo punto ambientarci delle scene è totalizzante perchè ebbi la bella pensata complicarmi la vita con centinaia di dettagli che, quando li inventai, erano insignificanti, abbellivano, ma ora che da piacevoli dettagli diventano snervanti paletti, la testa mi esplode.

Capita anche a voi?
Di essere esausti dei vostri mondi?
E di entrare nelle teste dei personaggi? Non parliamone nemmeno.
Quasi rimpiango i tempi in cui aprivo la pagina bianca, scrivevo e... chissenefrega.


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lunedì 25 maggio 2009

Il blocco dello scrittore

Come avete potuto leggere in uno dei post passati (questo qui) sono stato vittima del blocco dello scrittore. E siccome la scadenza per la consegna era prossima, ho dovuto tentare tutte le strategie che mi venivano in mente per ritrovare quella scintilla che mi facesse tornare la benedetta e luminosissima ispirazione. In questo post vi scriverò i metodi consigliati che ho raccolto e che ho sperimentato inventandomeli di sana pianta. I tentativi, insomma.


Ecco cosa ho tentato:

A) Ho iniziato rileggendo i capitoli che avevo scritto, per riaddentrarmi nella storia, riappropriarmi del mio mondo.

B) Ho provato a leggere quella che credevo fosse la cosa migliore che avevo scritto.

C) Ho scritto qualcosa di nuovo.

D) Ho fatto leggere a un programma di lettura i primi capitoli del romanzo, in modo da vedere se, ascoltando quello che avevo scritto con una voce diversa, mi si smuoveva qualcosa.

E) Ho provato a impormi di scrivere il nuovo capitolo del romanzo.

F) Ho scritto la biografia delle protagoniste e le ho intervistate.

G) Alla fine ho capito che qui in casa avevo troppe distrazioni, così mi sono isolato, scrivo in biblioteca, nel silenzio e nell'afa, vivendo su Omnia senza riserve.

Diciamo che un po' tutto ha funzionato, ma in particolar modo l'isolamento.
E' qui che ho notato il salto, da autore pieno di sogni, a mestierante. Perchè a livello di consapevolezza, questa è forse la più importante.
Non si nasce autori, si diventa, con la pratica, con l'impegno, approcciando il mestiere un po' per volta e tutti i suoi strumenti il prima possibile. Scrivere è un lavoro e il lavoro dello scrittore è estenuante come tutti gli altri. Ci sono scadenze, notti bianche, momenti snervanti e crisi emotive.
E' scrivere, è vivere.
E' magia.



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venerdì 22 maggio 2009

Corsa contro il tempo

La consegna della prima stesura del romanzo è prossima. Sembra una lunghissima fiaba, iniziata cinque anni fa, quando la prima stesura di questa storia ha visto la luce sotto forma di sceneggiatura. Era un fagottino di sessanta pagine appena, che gridava a squarciagola un po' più di attenzione. Da allora il mio figlio degenere è cresciuto, è stato svezzato, montato e rimontato, ha capito ed è arrivato, forse, alla maturità. Tra poco sarà pronto per affrontare il mondo.


E' una grande emozione vederlo svilupparsi secondo le mie direttive e i consigli di tutte le persone che lo hanno affiancato lungo il cammino. Presto affronterà la sua prima cerimonia ufficiale: il debutto in società, la pubblicazione. Farà un corso di buone maniere, gli addrizzeranno la costa, gli insegneranno a stare composto e dare il meglio di sè in libreria, gli daranno lezioni di danza per presentarsi al meglio e infine lo vestiranno, di tutto punto, con una mise elegantissima, nuova scintillante, accompagnato da uno staff entusiasta e pieno di aspettative.

E io sarò là, in un angolino, con lo sguardo inumidito e fazzoletto alla mano.
Non mi aspettavo certo di godermi gli ultimi momenti prima dei preparativi!
Sapevo che ci sarebbe stata una corsa finale, una corsa contro il tempo, è lì che si vedono i cavalli buoni, all'arrivo.

In questi giorni sono tutto concentrato su di lui, gli ultimi capitoli, le riscritture, gli ultimi ritocchi d'insieme. Poi l'estate sarà dedicata alla messa a nuovo, affinchè al vostro rientro dalle vacanze, ad attendervi ci sia lui, in livrea.

Mi rendo conto di non aver ancora svelato editore, titolo ufficiale e cose di questo tipo... ma lo staff è all'opera, presto una degna conferenza stampa.
Siete pronti?




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martedì 19 maggio 2009

Il Fuoco della Fenice

Pian piano, sto resuscitando un po' tutti i punti cardine di questo blog. Man mano che la fine di questa "Via Libris" si avvicina per dare spazio al nuovo inizio, vorrei risvegliare il mio mostro di Frankenstein, a piccoli schiaffetti, magari con i sali aromatici.
Il profumo di un buon incipit è il prossimo passo. Questo incipit profuma di incenso, calda cenere, di fuoco crepitante, di rinascita.

Alla luce del tramonto la cittadina di Sabbiescure era solo uno sgangherato profilo di case e lamiere arrugginite, ombre nere nel rosso senza fine del deserto.
Non c'era molto altro da vedere nella parte meridionale del mondo conosciuto. La terra si riduceva a poco a poco più di un ammasso di baracche fatiscenti che a fatica reggevano gli assalti del tempo.
Polvere.
Polvere e rocce.
Uno dei tanti luoghi dimenticati da Dio, dove un vento quieto alzava a ogni ora del giorno e della notte la sabbia in piccoli vortici sottili. Granelli fastidiosi che s'intrufolavano dappertutto e pungevano il viso, graffiavano il corpo, lasciando i segni del loro passaggio. Ma in quel momento alla donna non importava.
Era solo un puntino bianco nell'immensità rossa. Uno svolazzare di veli candidi che pochi avrebbero notato fra tutto quel rosso.

Da "Il Fuoco della Fenice" di Luca Azzolini


Ho avuto la fortunata occasione di parlare con l'autore del romanzo proprio al Salone del Libro di Torino e a lui ho esposto la mia teoria legata al suo stile, che scivola davanti ai nostri occhi già da questo immaginifico incipit.
Luca Azzolini riesce a coniugare lo stile evocativo e visuale del fantasy classico, le carrellate sui vasti paesaggi, le panoramiche, i dolly cinematografici del Technicolor, con immagini moderne, pungenti, taglienti. Grandi deserti insidiosi, una immensa megalopoli scintillante e pericolosa. Leggendo il suo libro si ha l'impressione di vederlo, non è immaginazione, è realtà. Il puntino bianco nell'immensità rossa del deserto, quella donna che sfida le avversità di un luogo ostile è un'immagine netta, è un quadro impressionsta, è folgorante.
Giocare con le strutture del fantasy è come giocare col fuoco, io ci provai e mi sono scottato. Luca Azzolini ci ha giocato e ha creato meravigliosi effetti pirotecnici, lamiere lucenti che riflettono una realtà editoriale sempre più incerta, decadente, specchietto per gli allocchi, ma pur sempre un abbaglio accecante che non si può fare a meno di notare.





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mercoledì 13 maggio 2009

Il buonismo non paga

Ho trovato per caso questo blog, è durato poco a quanto ho visto, ma per me era geniale. Gli autori, tali Umberto Rimbombo e Trueman Cappotto, avranno ricevuto minacce? O ci troviamo di fronte a un caso di verità nascoste? In questo blog vengono demoliti gli incipit di ignari scrittori emergenti o sedicenti tali. A voi: Inciampit.


Tutte le parole del mondo non servirebbero a spiegare questo blog, si spiega da solo nei pochi post pubblicati (nella speranza che gli autori lo riprendano).
Il messaggio è: il buonismo non paga.
Ecco un estratto dal primo post:

[...] A questo punto, forse, avrete capito di cosa parla questo blog. Di scrittura, certo.

Ma non di indulgenza. Io e il mio stimato collega Umberto Rimbombo daremo poco spazio alla scrittura buona, quella trova lo spazio da sè; noi ci concentreremo sulla cattiva scrittura, in particolare posteremo e analizzeremo tutti i peggiori incipit o estratti da romanzi pubblicati on-demand o su carta. Il buonismo è il male del mondo. E' colpa della benevolenza di amici e parenti se la mia scrivania è stracolma di storie illegibili sepolte sotto quintali di strafalcioni grammaticali, di sintassi, tecnici e di approssimazione culturale. Documentatevi.

Scrivere non è per tutti, bisogna impegnarsi, studiare e leggere. Leggere tantissimo.

Questo blog è il karma degli scrittori. Chi ha osato sfidare il Grande Disegno dando al pubblico mostruosità letterarie pari alle peggiori epidemie, qui pagherà lo scotto di tale peccato.

Perchè questo orrore va fermato. Questo agire criminoso infetta l'editoria, oscurando anche chi potrebbe emergere ma perisce per soffocamento fra atroci attese.

Tremate... i Cavalieri dell'Apocascritte stanno arrivando!


E ho detto tutto...

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Nuova rubrica: Magic Blog

Voglia di novità. Mentre il blocco dello scrittore ancora non passa - lasciandomi preda di un nervosismo plumbeo - ho deciso di inaugurare una nuova rubrica: un volo pindarico nella rete, segnalando i blog che a mio parere sono molto interessanti. Ovvio che sono blog di scrittori emergenti, come me. Iniziamo con La Fenice di Carta di Mirco Corridori.


In giro c'è un sacco di gente che ha molte cose da dire e sa anche come dirle. Mirco Corridori è uno di questi. Lo conosco da parecchio tempo e abbiamo anche collaborato alla stesura di alcuni racconti, ci siamo lavati le mani a vicenda insomma.
Anche lui ha un romanzo nel cassetto, anche lui è in cerca di uno spazio sul vostro scaffale.
Quindi, vi consiglio di dare ogni tanto una sbirciatina al suo blog, non ne rimarrete delusi.

Ah... dimenticavo, ovviamente tutti i blog che segnalerò finiranno nell'elenco dei siti amici a destra, per non dimenticare.

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sabato 9 maggio 2009

Stop

Sapevo che sarebbe successo. Lo sospettavo. Quando, carico di entusiasmo ed eccitazione ho iniziato la stesura della nuova versione del romanzo, sentivo questo sassolino smuoversi in fondo alla scarpa, pronto a piazzarsi sotto l'alluce e a fare male. Mi sono bloccato... qualcuno mi aiuti.


Uno pensa che finchè scrivi tanto per scrivere, è normale bloccarsi, tanto non sai nemmeno se lo finirai quel romanzo, nessuno ti corre dietro, probabilmente hai altre 200 cose da fare piuttosto che impegnarti a scrivere cose che hanno senso.
Ma poi capita che qualcuno crede in quello che scrivi, vuole leggerlo e anche pubblicarlo. Allora ti devi mettere d'impegno, con cognizione di causa e scrivere, farlo bene, da professionista.
Allora pensi che, con un editore che ti soffia sul collo, con le scadenze prima all'orizzonte e ora sempre più vicine, non ti capiterà di bloccarti.
E invece mi è successo. Non riesco ad andare avanti.

Formulo le mie ipotesi:
A) Nuovi personaggi e vecchi si sono mescolati nella nuova versione. Il fatto è che due protagoniste hanno rimpiazzato sei delle precedenti, che conoscevo a menadito. Io queste due nuove non le conosco... chi sono? Da dove vengono? Ci siete venute in questo romanzo o vi ci hanno mandato? Non so. Ho bisogno di fermarmi e conoscerle meglio? Sapere cosa direbbero in certe situazioni? Eh sì perchè stanno per buttarsi in un pericoloso pentolone di colpi di scena, stranezze e roba simile... sicure di volerlo fare? Sarete in grado?

B) Omnia. La conosco bene, anche troppo. A distanza di tempo, molta acqua è passata sotto questo ponte. A volte pulita, a volte più inquinata, spesso brillante, a volte smorta e priva di vita. Alcune trovate mi sembrano stupide, che non funzionano. Ora mi pesa anche spiegarle certe trovate, come se mi stessi auto-giudicando. Male... per giunta.


C) Ammetto che questa è la considerazione più pessimistica ma... se non fossi uno scrittore? Se non ne fossi in grado? All'inizio ero una specie di "Alice nel paese delle Meraviglie della Scrittura", tutto quello che mi veniva in mente, che vedevo nella testa, erano intriganti stranezze, meraviglie che non vedevo l'ora di condividere. Tutto era esperienza e curiosità. Ora mi sento più un novello Dante, che si aggira nel mare sconfinato della mia creatività con il naso all'insù pronto a giudicare malefatte e buone azioni, per infine comporre una summa suprema delle stesse nella speranza che non sembrino una pallida, seppur consapevole, imitazione, invece che un vero libro. Un romanzo.

In ogni caso sono bloccato. Sepolto dalle incertezze, con l'incombenza di una scadenza e la fioca luce del traguardo che prima brillava nei miei sogni e adesso barlugina da lontano.
Suggerimenti?

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Dovere

Mentre la stesura, si spera definitiva, del romanzo prosegue, vorrei condividere con chi ancora, stoico e paziente, legge questo blog, una riflessione su un libro che ho appena acquistato. "Io Scrivo" di Simone Maria Navarra. Quale riflessione? Semplice: scrivere, lo fai, desideri farlo, sai farlo, ma se non ti pubblicano... se lo stesso uno scrittore?


La mia risposta è sì. La prima cosa che viene in mente nell'avere tra le mani un libro di consigli semi-seri sulla scrittura scritto da un esordiente è: ma cosa avrà mai da insegnarmi uno a cui nessuno ha mai pubblicato un libro?
Probabilmente niente, in pratica molto. Questo perchè è pregiudizio comune che se non ti pubblicano non vali niente. L'ho pensato anche io per tanto tempo. Troppo.

La gente immagina che la pubblicazione sia una specie di meccanismo automatico, come i distributori di merendine: ci metti i soldi, hai il tuo dolcetto. Non è così, ma non per l'elementarità del processo, ma semplicemente perchè gli editori sono tutto tranne che una macchina perfetta. Lo dimostra la spazzatura che c'è in vendita nelle librerie (e che vende anche), lo dimostrano soprattutto i centinaia di scrittori validi che sono ancora in attesa di risposte. E che quando le ricevono sono negative.

Gli editori, gli editor, i comitati di lettura, i beta-lettori, i redattori, le segretarie... tutti gli ingranaggi in cui viene (se sei fortunato) tormentato un romanzo di un emergente sono fatti da uomini e donne come noi, che possono sbagliare, che hanno gusti e preferenze, che spesso hanno anche pochissima pazienza. Sono umani.
E peggio ancora sono umani che vengono pagati per far guadagnare. Quindi devono rispondere a delle logiche che spesso neanche gli appartengono, devono seguire linee guida che non condividono e senza neanche avere la seppur minima prospettiva di diventare famosi.

Simone Maria Navarra è geniale, davvero, è acuto, brillante, sa cosa dire e come dirlo, ha qualcosa da dire come essere umano, è costruttivo (seppur nel suo sconfinato cinismo e disillusione).
Il suo libro di esperienze... Io Scrivo... basta guardarlo: la copertina ricopia la grafica del best-seller "Io Uccido" di Faletti. Motivo? Da grafico professionista ci posso arrivare: nella testa di un editore un emergente, uno che dice "Io Scrivo" è un killer. Del suo tempo, della sua attenzione, delle sue lettere di rifiuto standard, più di una disgrazia, meno di un genocidio.
E' la stessa cosa che passa per la testa di amici e parenti quando ti chiedono che fai e tu rispondi "Io Scrivo" e leggi chiaramente nella loro espressione "oddio adesso mi rifila qualche cosa pallosa da leggere che non mi piacerà e io dovrò anche fare finta che mi sia piaciuto".

Ma perchè la grafica del best-seller italiano per eccellenza? Perchè ogni esordiente è convinto di aver scritto un best-seller, che venderà milioni di copie e lo renderà famoso.
Aggiungo che spesso molti esordienti sono serial-killer della lingua italiana. E credo di aver detto tutto. Scelta geniale quindi. Come l'autore e come il suo libro primo, il libro che non avrebbe mai immaginato di scrivere nè di vedere pubblicato, mentre altre sue creazioni giacciono in attesa nel cassetto dei sogni che assomiglia sempre di più a una cassapanca.

Per quello che può servire, Faletti e il suo "Io Uccido" ha passato la stessa snervante trafila... da pessimo libro che nessuno voleva pubblicare a libercolo leggibile grazie a sapienti consigli di sapienti editori.
Una spolverata di buon marketing et voilà...

Torno a leggere "Io scrivo" di Simone Maria Navarra e magari vado anche avanti a scrivere "Le Magie di Omnia", il mio primo libro che vedrà la luce. Nel frattempo vi consiglio il manuale di Navarra. Ah.. dimenticavo... è molto divertente.


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